Un articolo sul Nervo Vago e sulle sue funzioni scritto da Michael Shea, un autore e insegnante molto amato e apprezzato in Italia, grazie ai suoi corsi organizzati da ACSI e frequentati da molti operatori di Biodinamica.

https://www.naturaltucson.com/TUCS/January-2019/The-Vagus-Nerve/?fbclid=IwAR0LnqkBVvN52d-pQarUqNosphr1TjfPJJn99b0Awnp2Py0V3K4xVY4KIgw

 

A cura di Aloka maria Cristina Chiarelli

L’autore prende le mosse dalla comparazione dei risultati di diversi studi effettuati su gruppi di malati tumorali in fasi avanzate, in un articolo pubblicato di recente sul Journal of Oncology, sulla correlazione positiva tra l’attività del nervo vago e la prognosi della malattia. Ossia, più alto il tono vagale, migliore la prognosi. L’ipotesi che viene fatta per spiegare questo effetto chiama in causa l’attività antinfiammatoria e antistress del nervo vago.

L’autore si pone anche la domanda di come è possibile aumentare l’attività vagale, citando come risposta l’esercizio fisico, la meditazione, la pratica della compassione. Gli sfugge quella che è una delle principali risorse per alzare il tono vagale, la risonanza con la Respirazione Primaria, che invece gli operatori di Biodinamica Craniosacrale conoscono bene.

Tra i vari link presenti nel testo c’è anche quello all’articolo del Journal of Oncology, The Role of the Vagus Nerve in Cancer Prognosis: a Systematic and Comprehensive Review.

 

http://drdavidhamilton.com/the-vagus-nerve-and-cancer/

Se guardiamo a noi stessi, nelle nostre vite quotidiane, noi che siamo felici, siamo generosi con gli altri, riusciamo a cavarcela piuttosto bene, ci comportiamo in modo maturo o addirittura illuminato, ecco, qui è dove non c’è stato imprinting. Qui i processi di sviluppo dell’embrione e del feto si sono potuti svolgere in modo naturale.

Ma quando una madre soffre tanto stress, è depressa, ansiosa o spaventata (come ad esempio in una situazione di guerra o di violenza domestica), allora l’imprinting interferisce con uno sviluppo sano. Se una madre ha livelli alti di neuroormoni dello stress, tutto questo passerà al bambino.

 

https://www.huffingtonpost.com/entry/in-sickness-and-in-health-it-all-begins-in-the-womb_us_57f5a4a0e4b0568704999dad?guccounter=1

In questo articolo del 2015 si  parla delle ricerche del team del neurochirurgo Kevin Tracey riguardo al potere che il Nervo Vago ha di spegnere l’infiammazione cronica, e di come sono riusciti a creare un dispositivo elettrico, una sorta di pace maker del Nervo Vago, da impiantare nei pazienti di malattie infiammatorie croniche come l’artrite reumatoide. Attraverso la stimolazione elettrica del Vago, più della metà dei soggetti della prima sperimentazione ebbero un miglioramento significativo, circa un terzo di loro  fu dichiarato in remissione, ossia guarito dell’artrite reumatoide. Oltre alla scomparsa o alla riduzione dei sintomi, molti mostrarono anche una diminuzione dei fattori infiammatori presenti nel sangue. Alcuni di loro non hanno più dovuto ricorrere a farmaci. Persino i soggetti che non avevano avuto miglioramenti clinici significativi dall’impianto del dispositivo, hanno insistito a volerlo tenere, dicendo che comunque li aiutava: nessuno ha voluto che gli venisse espiantato.

L’argomento è di particolare interesse per noi operatori di Craniosacrale, in quanto sappiamo quanto potente sia questa disciplina nell’aumentare il tono vagale, in modo naturale e senza dover ricorre a strumenti di stimolazione elettrica.

https://mosaicscience.com/story/hacking-nervous-system/

Per gli appassionati della letteratura scientifica, questo link vi porterà alla pubblicazione dell’intera ricerca del team di scienziati:

Vagus Nerve Stimulation Inhibits Cytokine Production and Attenuates Disease Severity in Rheumatoid Arthritis(link is external)

Da tempo è noto che oltre la metà dei fluidi corporei è contenuta all’interno delle cellule, circa un settimo nei vasi sanguigni, nel cuore, nei vasi linfatici e nei linfonodi. Tutto il fluido rimanente è  “interstiziale”. Lo studio qui riportato per la prima volta definisce l’interstizio come un vero e proprio organo, e tra l’altro uno dei più grandi.

https://medicalxpress.com/news/2018-03-newfound-standard-method-visualizing-anatomy.html

Il fotografo svedese Lennart Nilsson dedicò 12 anni della sua vita a fare foto dell’embrione e del feto che si sviluppa nel grembo materno. Queste foto eccezionali furono fatte con delle macchine fotografiche convenzionali, dotate di lenti macro, con un endoscopio e con un microscopio elettronico, fotografando l’embrione e il feto in utero con ingrandimenti di oltre centomila volte. La sua prima foto risale al 1965. Un risultato incredibile, considerati i mezzi a sua disposizione nel 1965, quando iniziò il suo lavoro. L’album fotografico fu poi pubblicato con il titolo “A child is born” (E’ nato un bambino).

.http://izismile.com/2011/09/21/incredible_photos_a_child_is_born_26_pics.html#

Una ricerca da poco pubblicata da un team del Wisconsin, suggerisce un collegamento tra i batteri contenuti nel tubo digerente e l’insorgere della patologia dell’Alzheimer. Il gruppo di ricerca ha scoperto che i soggetti con Alzheimer (AD, Alzheimer Disease) hanno una diversa composizione di batteri intestinali, con una ridotta diversità di ceppi batterici rispetto ai soggetti del gruppo di controllo della stessa età e sesso. Tali risultati sono correlati anche alla presenza di marcatori di AD nel fluido cerebrospinale prelevato agli stessi soggetti.

https://www.nature.com/articles/s41598-017-13601-y

 

Nella seconda parte dell’articolo, John Upledger elenca altre situazioni legate al processo del parto, in grado di condizionare il sistema craniosacrale del neonato, come l’uso del forcipe o della ventosa, e il taglio cesareo. Vengono esaminate anche disfunzioni che potrebbero insorgere post partum. In tutti questi casi il suggerimento è quello di una valutazione precoce del neonato da parte di un operatore, “più presto è meglio è”, per ottenere la correzione spontanea del sistema craniosacrale del piccolo.

Qui sotto il link alla seconda parte dell’articolo.

 

http://www.massagetoday.com/mpacms/mt/article.php?id=10732

Questo è il link alla prima parte di un articolo di John Upledger, DO, OMM, sulla sua esperienza nel lavoro con il Craniosacrale con neonati e bambini. Nella prima parte dell’articolo, Upledger, che ricordiamo come il fondatore dell’approccio biomeccanico, ripercorre le tappe del suo lavoro in ambito pediatrico, che risale al 1977, inclusa la ricerca condotta sul trattamento dell’autismo con il Craniosacrale, condotta dal 1978 al 1981.

Successivamente passa in rassegna alcune possibili cause di disfunzione nei bebé, iniziando dalle possibili malattie o tossicità della madre durante la gestazione. Seguono le disfunzioni del sistema craniosacrale relative al processo del parto. In particolare la possibile compressione della base occipitale e le sue conseguenze sulla fisiologia del neonato.

 

 

http://www.massagetoday.com/mpacms/mt/article.php?id=10707

I biofilm di batteri e le muffe sono molto di più di rozze macchie di roba appiccicosa. Fotografie fatte con il microscopio in time-lapse rivelano come essi sentono ed esplorano il territorio, come comunicano con i vicini e come si trasformano per meglio adattarsi all’ambiente.
 https://www.quantamagazine.org/the-beautiful-intelligence-of-bacteria-and-other-microbes-20171113/